Gloria di sant'Antonio

Di: Pietro Paolo Vasta
Anno: 1755 - Tecnica: affresco

Descrizione

Collocato nella calotta absidale, l’affresco l’ultimo della produzione artistica del Vasta, ritrae sant’Antonio al cospetto della Vergine. Maria avvolta in un manto azzurro e con il capo cinto da una corona di dodici stelle, in una mano tiene lo scettro in quanto Regina del cielo e della terra, con l’altra indica il Santo che inginocchiato davanti a Lei , accoglie la corona che un angelo sta ponendo sul suo capo. Sant’Antonio, ritratto con il saio francescano stretto ai fianchi dal capestro, è collocato all’interno di un movimento rotatorio a cui partecipano anche gli angeli che fanno da cornice alla scena. Nella parte sovrastante l’affresco Pietro Paolo Vasta realizzò la rappresentazione della Santissima Trinità ritratta nella persona del Padre che nella gloria dei cieli, poggia lo scettro sul globo terrestre simbolo della sua signoria in cielo e in terra, del Figlio ritratto nella gloria della resurrezione e dello Spirito Santo rappresentato sotto forma di colomba. Ai lati l’artista acese realizzò invece la rappresentazione delle virtù. A sinistra sono riconoscibili le virtù teologali: la fede rappresentata con i simboli iconografici dell’Eucarestia e del fuoco ardente, la Speranza con l’ancora e la Carità che allatta. A destra troviamo invece rappresentate le virtù cardinali : la Fortezza armata di elmo, la Temperanza con il vaso e le tenaglie, la Giustizia con la bilancia e la Prudenza con il serpente attorcigliato alla mano sinistra e nell’altra lo specchio con il quale controlla la propria immagine. Mentre Pietro Paolo Vasta stava realizzando l’affresco fu colpito da apoplessia che lo portò alla paralisi e alla morte avvenuta nel 1760. La parte inferiore dell’ affresco fu completato dal figlio Alessandro che realizzò anche quelli che si trovano ai lati della mensa sulle due pareti absidali. A sinistra troviamo La predicazione ai pesci. Secondo il racconto agiografico gli abitanti di Rimini furono convertiti dal prodigio dei pesci i quali per ascoltare la predicazione di Antonio affiorarono in superficie. L’affresco a causa dell’umidità oggi si presenta gravemente danneggiato. Una migliore conservazione troviamo nell’affresco di destra dove è rappresentato Il miracolo dell’asino. Un giorno un uomo a Tolosa affermò che si sarebbe convertito solo davanti ad un grande miracolo. Il suo asino lasciato senza cibo per tre giorni invece di nutrirsi con la paglia che gli fu offerta si inginocchiò davanti all’ostia consacrata innalzata da sant’Antonio.


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