Reale cappella di santa Venera

Descrizione

I lavori di costruzione della cappella di santa Venera(18), che può essere considerata un manifesto dell’arte barocca, iniziarono nel 1683 grazie ai cospicui lasciti testamentari del romano Trojolo Saglimbeni e di Caterina D’Urso, mentre gli affreschi furono eseguiti nel 1712 da Antonio Filocamo di Messina. Sulla parete destra è rappresentata la predicazione di santa Venera in cui la protagonista, predicando la buona novella del Vangelo, invita ad abbandonare la fede pagana rappresentata dall’ara collocata al centro della scena adesso sostituita dal sacrificio universale di Cristo che lei invita a seguire.
Sul lato opposto è raffigurato il martirio della Santa. Venera, in ginocchio, è pronta per essere decapitata ma già si aprono i cieli e la scena, fra angeli che suonano diversi strumenti, continua nella volta dove santa Venera è accolta dal Padre tra i cori festanti come colei che ha saputo essere testimone di Cristo, non solo con la sua predicazione ma addirittura con il dono della sua vita. Impreziosiscono l’altare le statue in stucco di santa Tecla a sinistra e santa Rosalia a destra, eseguite da Giuseppe D’Amico nel 1729. 
La cappella ospita la nicchia che custodisce il busto reliquiario della Santa patrona di Acireale completato nel 1654 dall’argentiere messinese Mario D’Angelo. Santa Venera tiene tra le mani i suoi simboli iconografici: il crocifisso, il Vangelo e la palma del martirio con le tre corone. L’interno ligneo che fu realizzato dall’acese Antonino Finocchiaro è rivestito all’esterno con lamine d’argento sbalzato e cesellato. Il volto e le mani realizzati in bronzo furono dipinte dal pittore acese Giacinto Platania. Il busto è ricoperto da preziosi monili ex voto e poggia su un basamento in cui è visibile lo stemma di Aci. Sulla parte anteriore trova posto la spada donata nel 1849 dalla città di Catania, simbolo della fine delle ostilità tra i due centri urbani. Il 26 luglio, in occasione dei festeggiamenti in onore della Santa, il busto reliquiario e le reliquie della martire vengono portate solennemente in processione su un argenteo fercolo.
 


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