Madonna del Rosario, san Domenico, santa Caterina e altri santi domenicani

Di: Matteo Ragonisi
Anno: fine XVII - inizi XVIII secolo - Tecnica: olio su tela

Descrizione

L’opera, come una buona parte delle tele di Matteo Ragonisi, si caratterizza per l’elevato numero dei personaggi in questo caso santi domenicani. A dominare la scena sono la Vergine Maria e il Bambino che insieme ai santi Domenico, fondatore dell’ordine dei domenicani e Caterina, costituiscono il nucleo centrale di tutta la tela. La Madonna con una mano sorregge teneramente il Figlio con l’altra circonda le spalle di san Domenico che riceve il Rosario da Gesù Bambino il cui piedino è teneramente accarezzato da santa Caterina che si presenta con il capo cinto da una corona di spine. Più in basso tra i due santi un angioletto reca in mano i segni iconografici dei domenicani: i gigli simbolo della castità e il cane che tiene trai denti una fiaccola ardente, simbolo della fede cristiana. In alto a destra è riconoscibile santa Agnese di Montepulciano riconoscibile dall’agnellino che la santa stringe tra le braccia. Nella parte inferiore, sul lato sinistro, si trova san Ludovico Bertrand riconoscibile dal crocifisso la cui parte terminante è costituita da un calcio di fucile che il Santo tiene tra le mani. Ludovico, domenicano di Valencia, partì per la Colombia allo scopo di evangelizzare gli indios del posto. Non esitando a denunciare i soprusi che i conquistatori spagnoli commettevano nei confronti della popolazione indigena, fu vittima di un attentato ma il fucile da cui doveva partire il colpo si trasformò in un crocifisso. Accanto a san Ludovico sono riconoscibili san Pietro, domenicano vissuto nel XIII secolo che reca in mano la palma del martirio e santa Rosa da Lima alla quale un angioletto sta porgendo una corona di rose. Dietro san Ludovico si trova san Giacinto di Polonia riconoscibile dall’ostensorio e dalla statua della Vergine che stringe tra le braccia. Secondo il racconto agiografico quando i Tartari stavano devastando la sua chiesa san Giacinto mentre cercava di mettere in salvo l’ostensorio, sentì la voce della Madonna che gli chiedeva di salvare anche la sua statua. Sempre nella parte inferiore ma sul lato destro troviamo san Tommaso, ritratto con il sole sul petto simbolo della divina sapienza, san Pio V fautore della vittoria della flotta cristiana nella battaglia di Lepanto e sant’Antonio vescovo di Firenze. Antonio vissuto tra il 1389 e il 1459 si adoperò per l’istruzione del popolo, combatté la rilassatezza dei costumi della società del tempo e si oppose all’assolutismo esercitato dai Medici. Fa da cornice alla tela l’affresco di Alessandro Vasta che ritrae i sette Arcangeli dei quali grazie all’iconografia sono riconoscibili i tre che oggi ufficialmente la Chiesa riconosce : Michele ritratto con l’elmo e la bilancia con cui pesa le anime, Gabriele con il giglio che consegnò a Maria nel momento dell’Annunciazione e Raffaele accompagnato da Tobia.


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